regia Fabio Grossi
con Leo Gullotta (Lui)
e con Eugenio Franceschini (il ragazzo), Paola Gassman (la moglie), Sergio Mascherpa (il cameriere), Andrea Giuliano (il figlio)
produzione Teatro Eliseo in collaborazione con Fuxia-Contesti d'immagine
visto al Teatro Carignano di Torino il 4/02/2014
Sul palco, gli angoli fatti di tubi a led, disegnano, illuminati di principio in blu, un grande cubo. Al centro un divano rosso. Nella prima scena questo divano la barca.
Il testo è appunto, scandito da intermezzi musicali, diviso in episodi. Di per se non c'è trama, colonna portane sempre in scena è Lui, i suoi ricordi, le sue parole di poeta solitario, la quale arte e la quale vita sono stati un insuccesso.
Il frammento di vita che è proposto al pubblico, vede Lui convivere con un bel ragazzo, un giovane forestiero che nel nido del poeta ha trovato un letto sul quale dormire al caldo.
Lui con il ragazzo parla, gioca, discute, si innamora, prima di essere di nuovo abbandonato.
"Di nuovo", perchè Lui non è sempre vissuto in solitudine, aveva una moglie, due figli ed un maggiordomo. Lui aveva una famiglia, ma era comunque solo, chiuso dal sistema nel suo sistema fatto di libri, parole, poesie.
Le persone del suo passato, talvolta ritornano nei ricordi del poeta. Sono solo ricordi, presenti e possenti ma non persone fisiche, che parlano a Lui ricordandogli dei propri insuccessi.
I movimenti degli attori sono minimi, tutto come suggerito dal testo è giocato con le parole. Parole che alla fine si dissolveranno, con il vecchio poeta che non riuscirà più ad afferrarle.
Il pubblico applaude uno, due, dieci minuti. Qualcuno afferma "è la prima volta che applaudo uno schermo". Applaudire un schermo perchè, anche nel momento degli inchini la moglie, il maggiordomo ed il figlio saranno presenze effimere, essenze digitali. Come scrive il regista: "Appartenendo la Nostra rappresentazione ad un'era atta al virtuale...Un racconto tecnologico per una sensazione assoluta".
AN
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