Idea, testo, marionette e messinscena di Neville Tranter
con Neville Tranter e Wim Sitvas
visto martedì 01/10/13 alla Casa del Teatro Ragazzi, Festival Incanti.

Pochi spettacoli sono
così geniali da suscitare nello spettatore, con pari intensità, due sentimenti
diametralmente opposti: ilarità e tristezza. E si rimane un attimo confusi
perché non si sa se è bene ridere o provare una profonda amarezza. Questa è una
delle magie del teatro.
Mathilde, dal nome dell’arzilla vecchietta protagonista, è uno
spaccato delle situazioni tragicomiche che coinvolgono gli anziani ospiti di
una casa di riposo. Gli inconvenienti
dell’età che avanza e gli infiniti antagonismi, reali e presunti, con gli infermieri
e il direttore, segnano le esistenze dei vecchietti – grinzosi pupazzi di una
bellezza artigiana mirabile, capaci di estrema espressività grazie alla bravura
di Neville nel muoverli e nel dargli voce.
Ma le scenette
divertenti, che richiamano nella mente di tutti atteggiamenti e paranoie tipici
della vecchiaia e un vasto bagaglio di dicerie e racconti sulle case di riposo,
oltre alle risate, assicurano anche un profondo rammarico per storie di disagio
che sono ben lontane dalla pura finzione, e che prima o poi riguardano tutti
quanti.
Neville gioca con questa
ambivalenza: gli anziani possiedono un’involontaria comicità ma sono anche colmi
di pathos e fierezza. Sembra che la vecchiaia sia l’età della drammaturgia per
eccellenza e Mathilde sorprende per
il suo umorismo sottile che si sovrappone a momenti molto toccanti. Uno spettacolo di estrema bellezza,
visiva in primis, ma anche per l’intrattenimento che offre al prezzo di
importanti riflessioni sulla vecchiaia.
FC
Nessun commento:
Posta un commento