lunedì 25 novembre 2013

DA KRAPP A SENZA PAROLE

Samuel Beckett
compagnia Glauco Mauri Roberto Sturno
con Glauco Mauri e Roberto Sturno
regia Glauco Mauri
musiche Germano Mazzocchetti
impianto scenico Francesco De Summa


Da due bidoni nucleari ad una scrivania, passando per un velo, uno spazio bianco, una palma, dei cubi colorati.
Ogni testo affrontato è presentato dalla proiezione del proprio titolo. Ogni testo una scena.
Glauco Mauri e Roberto Sturno, in un intenso rapporto con il testo e la luce che li illumina sono gli interpreti dello spettacolo.
Durante il Prologo, mediante la voce dei due attori, è lo stesso Beckett a parlare: "...bisogna dire parole finché ce ne sono...fallirò meglio..."
Il primo vagito, l'ultimo sospiro, un Respiro.
Improvviso dell'Ohio è un libro che viene letto ed ascoltato da due soggetti, i quali seduti come mutati in pietra sono in realtà la stessa persona, sdoppiatasi per farsi compagnia e sopperire ad una mancanza.
Beckett riprende a parlare. Le sue parole disegnano immagini che ricordano la sua infanzia, le sue passeggiate.
Atto senza Parole è la beffa della vita, per la quale l'uomo rimarrà solo.
Roberto Sturno porta in scena questo personaggio commovente studiando una partitura gestuale che permette un'intensa interpretazione. Un' interpretazione giusta di un bravo attore, che avrebbe potuto essere però "più bischero", come l'uomo comune è, invece di "strozzare" alcuni movimenti. Un dialogo fra attore ed oggetti di scena che rende nobile il rifiuto.
Intervallo.
Ultimo Nastro di Krapp è anche l'ultimo atto di questo spettacolo che intende far capire come difficile e complicata sia la vita.
Un uomo ormai vecchio, dondola sulla sedia della sua scrivania, mangia banane, ascolta una bobina. 
E' la sua voce registrata, la storia della sua vita.
"Nulla resta da dire".
AN


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